Introduzione

Tendenzialmente si suole contestualizzare il riso rosso fermentato o Red Yeast Rice (RYR) nei paesi dell’Asia dell’Est ove la cucina ne fa largo impiego come colorante alimentare, conservante o spezia. Inoltre è parte integrante della medicina tradizionale cinese per le sue proprietà terapeutiche digestive e sulla funzione circolatoria (1). Tuttavia da qualche tempo tale composto desta alcuni dubbi in merito al suo profilo di sicurezza. Sul punto si interrogano organi quali EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e la Commissione europea.

In generale qualsiasi alimento, per via dei principi attivi in esso contenuti, è potenzialmente in grado di andare oltre alla propria funzionalità nutrizionale, andandosi a configurare come fonte di macro- e micronutrienti. Tale attitudine può implicarne l’assunzione in un’accezione terapeutica a seconda del dosaggio. Solitamente, in sede di formulazione di un nutraceutico, si dovrebbe prestare particolare attenzione ai fattori di potenziale rischio derivanti dall’impiego di composti di origine vegetale o animale, poiché potrebbero rappresentare fonte di minaccia per la salute pubblica. Di seguito alcuni esempi:

  • presenza di composti allergenici;
  • assenza di tossicità;
  • assenza di contaminanti esogeni ed endogeni;
  • possibile presenza di metaboliti di secondaria tossicità e/o di inquinanti ambientali (2).

La monacolina K: un problema di dosaggio.

Il riso rosso fermentato consiste nel prodotto derivante dalla fermentazione del riso bianco in associazione al lievito Monascus purpureus e ad altre muffe correlate, e si caratterizza per numerosissime sostanze bioattive. Di queste attualmente caso emblema al centro dell’attenzione del mondo medico e non solo risulta essere la monacolina K, considerata valido inibitore del colesterolo nel sangue. Tale funzionalità pare essere ricollegata anche ad altre sostanze in esso contenute tra cui i polichetidi, gli acidi grassi polinsaturi, i fitosteroli, pigmenti, la citrinina e altre monacoline (L, M, J, DMK, ecc.), anch’essi potenzialmente in grado di espletare il medesimo effetto (3).

Nel 2013 il gruppo di esperti scientifici EFSA sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie (NDA) ha stabilito un rapporto di causa ed effetto tra l’assunzione di monacolina K derivante da preparati a base di RYR e il mantenimento di livelli ematici normali di colesterolo LDL. In particolare, si è ritenuto che l’espressione «La monacolina K da lievito di riso rosso contribuisce al mantenimento di livelli ematici normali di colesterolo» rispecchi l’evidenza scientifica, e al fine di ottenere l’effetto dichiarato, deve essere assunta nella dose giornaliera di 10 mg (4).

Il successivo parere scientifico sulla sicurezza delle monacoline nel riso rosso fermentato adottato in data 25 giugno 2018 da EFSA non pare portare ad una vera e propria conclusione, giungendo più che altro a sollevare sospetti non chiaramente fondati. La sua rivalutazione, su sollecitazione della Commissione Europea, si è fondata sostanzialmente sull’analisi della letteratura scientifica disponibile fino a maggio 2018, le monografie e i report di valutazione del rischio eseguiti da parte delle autorità nazionali e internazionali basati sulla segnalazione e registrazione di supposti singoli eventi avversi in soggetti che avevano assunto o stavano assumendo integratori a base di monacolina K da RYR.

La valutazione di tali dati ha portato il gruppo di esperti di EFSA a dichiarare che “non è possibile individuare un dosaggio giornaliero di monacolina K da riso rosso fermentato scevro da problemi per la salute pubblica generale e di sottogruppi di soggetti più vulnerabili” (5), partendo dai seguenti presupposti:

  • i dati non hanno consentito di valutare le possibili interazioni delle monacoline con altri componenti utilizzati nelle formulazioni ipocolesterolemizzanti, come berberina, estratti di carciofo e coenzima Q10;
  • il rapporto tra la forma lattonica e la forma acida di monacolina K è variabile nei diversi ingredienti che contengono RYR;
  • nonostante nella maggior parte dei casi gli eventi avversi si siano verificati con l’assunzione di integratori multi-ingredienti, le stesse reazioni sono state ottenute anche dopo l’assunzione di integratori a base solo di RYR;
  • mancanza di dati di sicurezza della monacolina K del RYR in alcuni gruppi di pazienti vulnerabili, come donne in gravidanza, allattamento, neonati;
  • non è ben caratterizzato l’effetto della concomitante assunzione di integratori alimentari a base di RYR con il cibo o altri preparati o farmaci che inibiscono il citocromo CYP3A4;
  • non si può valutare il contributo alla tossicità delle monacoline minori, né si hanno sufficienti informazioni su potenziali interazioni delle monacoline con altri componenti usati nelle formulazioni ipocolesterolemizzanti (es. berberina, stanoli, fitocomplessi di diversa origine, coenzima Q10 ecc.).

La monacolina K è una statina di origine naturale derivata da un processo di fermentazione micotica e non può essere impiegata a dosi simili a quelle che si utilizzerebbero come minima dose di farmaco, cosa che ne garantisce comunque un profilo di sicurezza adeguato. Infatti la tossicità delle statine dipende direttamente dalla dose utilizzata, così come il rischio di andare incontro ad interazioni con altri farmaci eventualmente coassunti. È per questo motivo che il Giurì dell’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria in una sua recente pronuncia ha giudicato ingannevole il messaggio che, dilungandosi sulla descrizione dei farmaci per la riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue a base di statine di sintesi, attribuiva alla monacolina K contenuta in un integratore alimentare “una funzione del tutto simile alle moderne statine di sintesi”, inducendo i consumatori a considerare la molecola naturale come sostituto di un farmaco (6).

Il Prof. Arrigo Cicero e la sua collaboratrice Federica Fogacci, con la supervisione esterna del Prof. Maciej Banach dell’Università di Lodz, hanno recentemente raccolto i dati relativi a 52 studi clinici randomizzati e controllati che hanno incluso più di 8500 pazienti seguiti nel tempo. Hanno quindi valutato quale potesse essere il rischio di eventi avversi minori o maggiori (danno muscolare esteso, epatiti tossiche, ricoveri ospedalieri, etc.) nei soggetti trattati con riso rosso fermentato rispetto ai soggetti di controllo non trattati. La metanalisi si è conclusa per una totale sicurezza del riso rosso fermentato, con una tendenza a sviluppare effetti collaterali (specie severi) maggiore nel gruppo di controllo che nel gruppo assumente monacolina a dosaggi inclusi fra 3 mg e 10-12 mg/die. Il dato è risultato particolarmente rilevante dal momento che tale metanalisi ha incluso anche studi condotti su soggetti fragili come bambini, anziani, soggetti con insufficienza renale cronica o già infartuati, e pazienti affetti da AIDS trattati con terapia specifica.

Risvolti recenti

A seguito del parere finora descritto di EFSA, la Commissione Europea è stata interrogata lo sorso 16 novembre 2018 sui seguenti punti:

  • effettiva garanzia della sicurezza del consumatore da parte del Regolamento (CE) n. 1924/2006 (7) qualora, contestualmente alla validazione scientifica dell’indicazione sulla salute, non si valutino anche profili di sicurezza come nel caso della monacolina;
  • gestione della monacolina proporzionalmente il supposto rischio in funzione di una probabilità statisticamente pari a circa zero di reazioni avverse;
  • considerazione delle migliori pratiche degli Stati membri che, attraverso apporti inferiori a 10 mg nei prodotti con monacolina e con avvertenze opportune in etichetta, hanno negli anni garantito la sicurezza dei consumatori (8).

La Commissione ha risposto dicendo che il Regolamento (CE) n. 1924/2006 prevede che le indicazioni nutrizionali e sulla salute siano basate su prove scientifiche generalmente accettate. È pertanto compito di EFSA valutare se sia dimostrato un rapporto di causa-effetto fra un cibo/nutriente/sostanza e gli effetti benefici indicati. In conformità all’art. 16, par. 4, lettera d) del Regolamento, EFSA può esprimersi sulle condizioni o restrizioni d’uso e/o una dicitura o avvertenza supplementare che dovrebbe accompagnare l’indicazione sulla salute, o formulare osservazioni sui potenziali rischi per la sicurezza dei consumatori, come nel caso della monacolina K da riso rosso fermentato.

In seguito al parere di EFSA del 2018 e conformemente alla procedura di cui all’art. 8 del Regolamento (CE) n. 1925/2006 (9), la Commissione sta valutando la possibilità di una misura di gestione del rischio. Tale misura dovrà basarsi sulle conclusioni del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA ed essere proporzionata; sarà poi precedentemente discussa con gli Stati membri attivamente coinvolti nel processo di gestione del rischio.

Al momento la Commissione non condivide l’interpretazione data delle conclusioni del gruppo di esperti NDA, secondo il quale la probabilità di reazioni avverse per i consumatori di monacolina K sarebbe statisticamente pari a circa zero, sebbene al momento essa non sia in grado di anticipare il contenuto della misura da adottare.

Tale misura, una volta in vigore, sostituirà le misure nazionali applicabili all’uso della monacolina nel cibo. In base ai risultati del richiamato processo di gestione del rischio, la Commissione proporrà la decisione più appropriata per la domanda di utilizzo delle indicazioni sulla monacolina K da riso rosso fermentato, attualmente pendente (10).

Conclusione

Il contesto appena descritto ci permette di dedurre come ad oggi la monacolina K da RYR sia un argomento che desta preoccupazioni in merito alla sua sicurezza, tuttavia risulta prematuro giudicarne gli effetti senza una valutazione a tutto tondo che ne prenda in considerazione le reali peculiarità.
Il Prof. Arrigo Cicero dell’Università di Bologna suggerisce che prima di iniziare ad assumere un integratore a base di monacolina K sarebbe auspicabile chiedere un consiglio ad un medico o ad un farmacista. La loro professionalità consentirà al soggetto che vuole ottimizzare il proprio colesterolo di scegliere il prodotto più adatto (con più o meno monacolina K, con altri componenti attivi, in compressa o in forme solubili o in gel per chi ha difficoltà di deglutizione, …). L’accortezza di chiedere consiglio al proprio medico è tanto più utile quanto il paziente ha molte patologie e/o assume molti farmaci.

È pertanto auspicabile da parte della Commissione europea un’attenta analisi di quel che effettivamente denota le funzionalità della monacolina K, evitando di sfociare in provvedimenti affrettati e del tutto infondati, poiché la salute rimane sempre diritto fondamentale ed inviolabile della persona e, in quanto tale, meritevole della dovuta tutela.

Bibliografia
(1) F.M. Burke, “Red yeast rice for the treatment of dyslipidemia”, in Current Atherosclerosis Reports, 2015, 17(4):495, doi: 10.1007/s11883-015-0495-8.
(2) T. Nguyen, M. Karl, A. Santini, “Red yeast rice”, in Foods, 2017, 6(3):19, doi: 10.3390/foods6030019.
(3) S. Patel, “Functional food red yeast rice (RYR) for metabolic syndrome amelioration: a review on pros and cons”, in World Journal of Microbiology and Biotechnology, 2016, 32(5):87, doi: 10.1007/s11274-016-2035-2, pp. 2035-2042.
(4) Efsa Journal 2013; 11(2), doi: 10.2903/j.efsa.2013.3084 (in Regolamento (UE) n. 212/2014 che modifica il regolamento (CE) n. 1881/2006 per quanto riguarda i tenori massimi del contaminante citrinina negli integratori alimentari a base di riso fermentato con lievito rosso Monascus purpureus, considerando n. 3).
(5) Efsa Journal 2018, 16 (8), doi: 10.2903/j.efsa.2018.5368, p. 4.
(6) Giurì Codice Autodisciplina Pubblicitaria, 12/05/2015, n. 15, in Rassegna di diritto farmaceutico, 2015, 5, p. 114.
(7) Regolamento (CE) n. 1924/2006, riferito alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari.
(8) Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-005806-18 del 16/11/2018 alla Commissione Europea di Mara Bizzotto (ENF).
(9) Regolamento (CE) n. 1925/2006, sull’aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti.
(10) E-005806/2018 del 17/01/2019, risposta di Vytenis Andriukaitis a nome della Commissione Europea.