La melatonina può svolgere un ruolo importante nell’omeostasi pressoria. Questo ormone (N-acetil-5-metossitriptamina), secreto dalla ghiandola pineale principalmente durante le ore notturne con un picco tra le 2 e le 4 di notte, ha un ruolo principe e ormai ben noto a tutti nella regolazione del ritmo circadiano. Tuttavia è da quarant’anni circa che è chiaro anche il suo ruolo nella regolazione della pressione arteriosa, almeno nei modelli animali.
Quale legame tra pressione arteriosa e melatonina
Anche nell’uomo la correlazione tra melatonina e pressione arteriosa esiste. Non a caso alcuni indizi la evidenziano chiaramente. Si rilevano infatti:
- una marcata riduzione dei livelli plasmatici di melatonina nei pazienti in corso di patologie cardiovascolari
- una variazione circadiana nel soggetto sano della pressione arteriosa, che diminuisce del 10-20 per cento circa, proprio durante le ore notturne
- un’assenza o inversione del ritmo circadiano nei pazienti ipertesi e con eventi cardiovascolari acuti
- un’aumentata insorgenza di patologie cardiovascolari nei soggetti con alterazioni dell’orologio biologico
In che modo la melatonina influenza la pressione arteriosa?
È ipotizzato un coinvolgimento di questo ormone nella modulazione del sistema renina-angiotensina: alcuni studi suggeriscono che l’angiotensina II possegga recettori specifici anche sui pineaolciti, influenzando negativamente l’attività e la sintesi della triptofano idrossilasi. Pertanto alterazioni a carico dell’asse renina-angiotensina possono interferire con la modulazione del ritmo circadiano.
L’uso clinico della melatonina nell’ipertensione
Ma non è tutto: l’azione antipertensiva della melatonina è anche legata alla sua attività simpaticolitica e vasoprotettiva. Una metanalisi di trial clinici controllati ha dimostrato come l’utilizzo di melatonina esogena possa svolgere un effetto clinicamente rilevante nel controllo della pressione arteriosa notturna.
L’uso di melatonina in formulazione a rilascio controllato (2-3 milligrammi) si associa a una riduzione della pressione sistolica di 6.1 mmHg e della diastolica di 3.51 mmHg.
Ipertensione notturna, l’approccio con nutraceutici
Sulla base degli studi attualmente disponibili l’uso di melatonina è considerato sicuro, senza riscontro di particolari effetti collaterali per un ampio range di dosaggi.
La somministrazione di melatonina esogena, e in particolare in formato a rilascio prolungato, potrebbe quindi essere un utile presidio nella terapia dell’ipertensione notturna, soprattutto quando associata a disturbi del ritmo circadiano. Sono comunque necessari ulteriori studi di durata maggiore e con più soggetti per confermare le ipotesi.
Attenzione! La normativa italiana non consente attualmente di impiegare la melatonina in qualità di integratore a dosaggi clinicamente efficaci ai fini cardiovascolari (cioè superiori al milligrammo): può essere impiegata solo come farmaco di prescrizione.
La legislazione sui nutraceutici
Fonti
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