La stitichezza (o stipsi) è un problema molto diffuso, specie in Occidente. Con questo termine si intende un rallentamento del transito intestinale che produce:
- ridotta frequenza di evacuazioni (meno di tre alla settimana);
- feci dure;
- sforzo eccessivo e prolungato durante la defecazione;
- senso di ostruzione o blocco anale;
- sensazione di evacuazione incompleta;
- necessità di utilizzare clisteri o di assumere supposte per scaricarsi.
Tra i disturbi dell’apparato digerente, la stipsi rappresenta una delle ragioni più frequenti di ricorso alle cure mediche insieme al reflusso gastroesofageo.
Cosa causa la stitichezza?
La stipsi occasionale è un fenomeno transitorio e può avere diverse cause, quali ad esempio:
- dieta scarsa di fibre;
- scarsa attività fisica (soprattutto negli anziani);
- gravidanza;
- abuso di lassativi;
- abitudine a ignorare lo stimolo di andare in bagno;
- scarsa quantità di liquidi assunti;
- cambi di luogo e abitudini alimentari (ad esempio, viaggi);
- stress e stati psichici alterati (ansia, depressione ad esempio).
Generalmente la stipsi è una condizione benigna. Occorre rivolgersi a uno specialista, che prescriverà una colonscopia, se sono presenti altre condizioni come un’insorgenza improvvisa specie in persone adulte con familiarità di tumori intestinali, sangue nelle feci, dimagrimento o anemia.
Fibre solubili e insolubili, le differenze
Il primo alleato contro la stitichezza occasionale è ovviamente rappresentato dalle fibre: migliorando il transito intestinale, ne garantiscono un funzionamento ottimale se assunte nel contesto di una dieta equilibrata che preveda anche una buona idratazione (circa 3 litri al giorno di liquidi chiari) e di un’adeguata attività fisica.
Non tutte le fibre sono uguali, però. Se con il termine fibra si intende la frazione non calorica e non digeribile degli alimenti, occorre comunque distinguerle a seconda che siano solubili o insolubili in soluzione acquosa. Abbiamo quindi:
- fibre solubili, che prevalgono nella frutta, nella verdura e negli ortaggi;
- fibre insolubili, che prevalgono nei cereali.
Fibre: dieta e integratori
Assunte tramite la dieta o specifici integratori, nella stipsi occasionale vanno preferite le fibre insolubili in quanto non producono idrogeno e sono meno aggredite dalla flora batterica. Tra queste ad esempio:
- cellulosa, presente ad esempio nella crusca;
- lignina, presente nelle prugne.
Nella stipsi occasionale vanno limitati i legumi non decorticati (senza la cuticola esterna), gli alimenti grassi come formaggi e insaccati, gli zuccheri e gli amidi.
Se l’assunzione di buone quantità di liquidi è sempre importante, lo è ancor di più in presenza di stipsi e durante l’assunzione di fibre per mezzo di integratori. La caratteristica fondamentale di questi nutraceutici è infatti quella di assorbire notevoli quantità di acqua. Solo così infatti hanno modo di esplicare al meglio la loro funzione.
Fonti
– Costilla VC, Foxx-Orenstein AE, “Constipation: understanding mechanisms and management”, Clin Geriatr Med. 2014 Feb;30(1):107-15. doi: 10.1016/j.cger.2013.10.001.
– Johnson W. McRorie, Jr, “Evidence-Based Approach to Fiber Supplements and Clinically Meaningful Health Benefits, Part 2, What to Look for and How to Recommend an Effective Fiber Therapy”, Nutr Today. 2015 Mar; 50(2): 90–97.
– Jing Yang et al., “Effect of dietary fiber on constipation: A meta analysis”, World J Gastroenterol. 2012 Dec 28; 18(48): 7378–7383.
– Kellen V. Lambeau et al., “Fiber supplements and clinically proven health benefits: How to recognize and recommend an effective fiber therapy”, J Am Assoc Nurse Pract. 2017 Apr; 29(4): 216–223.