Salute metabolica, geriatria e le implicazioni economiche per il settore sono i grandi temi che hanno coinvolto relatori e partecipanti del primo convegno Sinut Piemonte e Valle d’Aosta, tenutosi ad Asti il 30 marzo scorso. Per la Società italiana di nutraceutica si è trattato di un evento utile a ribadire l’importanza della prevenzione attraverso un cambiamento degli stili di vita.
Qualità dei nutraceutici e compliance terapeutica
Tra i temi emersi Arrigo Cicero, presidente Sinut, ne individua due di particolare rilievo: da un lato quello della qualità produttiva e dall’altro i fattori farmacoeconomici sempre più attuali per il settore. «La tecnologia», spiega, «consente oggi in totale sicurezza di aumentare la biodisponibilità dei principi attivi e quindi di ridurre le dosi necessarie per ottenere un effetto desiderato», sottolinea. «Questo è molto importante perché è ben noto come a un minor numero di dosi da assumere al giorno corrisponda una maggiore compliance terapeutica».
Il tutto, nell’ottica di andare incontro alle esigenze del paziente: del resto il convegno è partito proprio dal presupposto che il paziente è particolarmente attratto dagli approcci nutraceutici e “naturali” e questo lo spinge a chiedere suggerimenti al proprio medico circa i migliori integratori.
Benché di recente acquisizione, le conoscenze scientifiche su questi argomenti esistono. Tuttavia la mancanza di una corretta informazione può portare a sovrastimare o sottostimare le potenzialità dei nutraceutici.
Ginkgo biloba contro il declino cognitivo
Dopo una prima sessione cardiometabolica, i lavori sono entrati nel merito dei temi legati alla qualità produttiva per poi affrontare un altro ambito di grande interesse: quello delle applicazioni nutraceutiche al declino cognitivo nell’anziano. «Sono numerosissimi gli studi che mostrano una certa efficacia ad esempio degli estratti titolati di ginkgo biloba, il cui impiego però è anche associato a un moderato rischio di effetti collaterali, o della bacopa monnieri, del resveratrolo e della curcumina, che però richiedono ulteriori valutazioni nell’uomo», prosegue Cicero, che ha tenuto un intervento proprio su questo tema.
Nutraceutici e cervello, le basi scientifiche
Il punto è far comprendere l’utilità dei nutraceutici e la loro validità scientifica: «I colleghi psichiatri, neurologi e geriatri hanno la formazione per capire al meglio il potenziale dell’approccio nutraceutico al declino cognitivo lieve», aggiunge Cicero, «ma è necessaria una maggiore presa di consapevolezza circa la disponibilità di letteratura scientifica convincente a supporto». Del resto l’ambito neuropsichiatrico e del decadimento cognitivo è tra i più promettenti per il mercato dei nutraceutici.
Gli ambiti d’applicazione degli integratori
Non vanno dimenticati però gli ambiti già oggi interessanti. Quelle in cui si registra maggiore prescrizione da parte degli specialisti sono le aree di:
- metabolismo lipidico
- infezioni urogenitali
- patologia prostatica benigna
- sindrome menopausale
- patologie funzionali del tratto gastrointestinale
- venoprotezione
- condroprotezione
- medicina sportiva
- sarcopenia
Nutraceutici e risparmio per il Sistema sanitario
Una sessione del convegno è stata dedicata infine alle implicazioni di mercato e sociali, il secondo punto evidenziato da Cicero. La nutraceutica applicata alla prevenzione potrà avere un impatto non da poco: «L’assunzione cronica e continuativa potrebbe avere ripercussioni gigantesche in termini di prevenzione e quindi riduzione dei costi correlati ad alcune patologie croniche come quelle cardiovascolari o l’osteoartrosi». Insomma, un mondo ancora in buona parte da esplorare.