Con la bella stagione arrivano anche le allergie agli inalanti: la concentrazione di pollini provenienti da piante come le graminacee o la betulla si fa elevata e i soggetti sensibilizzati possono andare incontro a reazioni più o meno intense.
Gli allergici sono in aumento in tutto il mondo occidentale e se fino ad alcun decenni fa i loro disturbi si presentavano soprattutto in primavera, oggi alcuni soggetti possono stare male già a partire da gennaio
Allergie a pollini, i sintomi
Le reazioni allergiche connesse alla presenza di pollini producono sintomi diversi, e in particolare:
- disturbi oculari: fastidio agli occhi con lacrimazione, prurito, arrossamento e congiuntivite
- rinite allergica: naso chiuso, prurito nasale, starnuti, rinorrea (naso che cola)
- disturbi respiratori: sibili e difficoltà durante la respirazione, tosse secca, tracheite, asma
- disturbi del sonno, conseguenza di quelli respiratori: insonnia, risvegli frequenti, russamento e apnee notturne
I disturbi allergici e il loro trattamento
Nonostante l’allergia respiratoria stagionale sia tendenzialmente un disturbo non grave, i sintomi – fastidiosi e costanti – hanno un impatto negativo su:
- attività lavorative e scolastiche, a causa della stanchezza diurna
- equilibrio psichico, con irritabilità e riduzione dei livelli di attenzione
- qualità globale di vita
Il trattamento delle condizioni allergiche è sempre vincolato all’assunzione di corticosteroidi (cortisonici) e antistaminici senza dimenticare, nei casi di disturbi respiratori, i farmaci inalatori composti da corticosteroidi e broncodilatatori. In alcuni casi l’allergologo può anche prescrivere un’immunoterapia (il cosiddetto “vaccino antiallergico”) contro uno specifico allergene.
La diagnosi di allergia deve essere sempre posta da un allergologo dopo l’esecuzione dei test cutanei, come il prick test, o specifici esami del sangue
Gli integratori contro le allergie stagionali
Anche gli integratori e i nutraceutici però possono dare sollievo dai disturbi allergici stessi e in alcuni casi consentire una riduzione dei dosaggi della terapia farmacologica. Tra i principi attivi citati dalla letteratura o parte dell’impiego tradizionale possiamo citarne alcuni con proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antibatteriche o immunomodulanti:
- rosa canina, tra l’altro ricca in vitamina C
- ribes nero
- perilla
- echinacea, tradizionalmente prescritta anche contro il raffreddore comune
- quercetina
- scutellaria, già nota nella medicina tradizionale cinese
- liquirizia
Anche questi principi attivi vanno assunti su indicazione medica: alcuni di loro possono infatti interferire con la gravidanza e l’allattamento, oppure avere effetti nocivi nei soggetti con insufficienza epatica o renale
Allergie: i probiotici sono utili?
Molto si è scritto sull’opportunità di terapie a base di probiotici nei soggetti allergici. Numerosi studi in vitro e trial clinici hanno infatti mostrato evidenze a loro favore in questa applicazione, meglio se in associazione con la vitamina D, nonostante i benefici dipendano da ari fattori quali:
- tipo di ceppo batterico
- durata della somministrazione
- tipologia di integratore che li contiene
- patologia trattata
- età del paziente
- regime dietetico
Nonostante servano altri studi per arrivare a conclusioni certe, è comunque chiara una correlazione tra la composizione della microflora intestinale e l’insorgenza di allergie: alcuni microrganismi sarebbero in grado infatti di modulare la risposta immunitaria in senso antinfiammatorio.
Fonti
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